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"I RACCONTI DEL DIABLO"
 


-LA COSA PARTICOLARE DA
IMPARARE È COME ARRIVARE ALLA FRATTURA TRA I MONDI E COME ENTRARE NELL'ALTRO MONDO.C'È UNA FRATTURA TRA I DUE MONDI,IL MONDO DEI DIABLEROS E IL MONDO DEGLI UOMINI VIVENTI-
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IL SESSO ORALE
Pubblicato:12 Luglio 2008 3:50 am
Ultimo aggiornamento:6 Agosto 2012 12:06 am
1513 visite

Si può dividere il sesso orale in due tronconi: fatto sull'uomo e fatto sulla donna. O meglio: subìto dall'uomo e subìto dalla donna. Nell'antica roma questa pratica era vista con l'ottica del controllo: chi fellava (fello, as: succhiare, poppare; fellare: essere penetrati oralmente) era sottomesso a chi invece irrumava (irrumo, as: irrumare; irrumare: penetrare oralmente). Andando fuori dalle parole latine, chi se la godeva era il padrone della situazione, ma ovviamente qui si parla di uomini (che poi venisse fatto da altri uomini o da donne... diciamo che in antichità non era poi così tanto un problema). E le donne? Eh, diciamo che per loro la vita era più difficile: erano considerate di rango inferiore e, visto che il rapporto orale era sottomissione, difficilmente un maschio si sarebbe "abbassato a tanto".

Poveri stolti.

E' vero, anche io credo che ci sia una gerarchia, un ordine di "sottomissione - dominanza" nel sesso orale ma, al contrario dei romani, credo fermamente che la situazione sia molto più semplice: chi "se la gode" è sottomesso, sempre. Inutile far finta che non sia così, inutile sbandierare l'idea che "l'uomo comanda e la donna succhia" perché non c'è donna che non abbia il cento percento del controllo sul proprio uomo quando è impegnata a fargli vedere le più alte stelle della galassia con le labbra. Ho incontrato ragazze che perdono la testa completamente se stimolate con la lingua, quindi credo di poter dire che il discorso vale anche per loro.
Andiamo un po' a vedere quello che ho sperimentato personalmente, o che mi è stato raccontato.

Quando una donna fa un pompino al suo uomo può avere principalmente due pensieri in mente:
1) lo faccio divertire un po', poi passiamo alle cose serie
2) lo faccio divertire.

La prima ipotesi porta ad usarlo solamente ed esclusivamente come preliminare, interrompendo la pratica quasi sempre nel momento in cui LUI desidererebbe che non si interrompesse. Ad una domanda diretta "ma scusa, il tuo ragazzo non lo fai mai venire così?" la risposta della ragazza è stata "Sì, e poi io come rimango?". Leggittima, per carità, ma ridurlo semplicemente ad un preliminare secondo me taglia via buona parte del divertimento e della variabilità delle attività che si possono svolgere a letto. E poi diamine, ma sempre sul più bello?

La seconda invece porta a voler soddisfare il partner. Inutile dire che LUI sarà eternamente grato, legato e indissolubilmente schiavizzato dalla donna in questione che, con abili mosse, potrà sempre avere dal suo uomo la più totale devozione. Piccoli suggerimenti: volete far piacere al vostro ragazzo? Fategli un pompino. Volete legare a voi il vostro ragazzo? Fatelo venire in bocca. Volete condannarlo ad una vita di schiavitù, farlo vostro zerbino e assicurarvi che se gli capiteranno 1000 occasioni per tradirvi non lo farà per almeno 999 volte (la sicurezza matematica non si da mai)! Ingoiate. Tanto è rara questa ultima opzione, quanto potente. Ci sono ragazze a cui piace, altre che sono disgustate alla sola idea, ovviamente non sto cercando di convertire le seconde nelle prime, semplicemente sto dicendo un fatto.

Quando invece sono i ragazzi a leccare le ragazze... beh, qui posso dire i miei di pensieri, non saprei cosa pensano gli altri maschietti ("ma come? Credi di sapere cosa pensano le donne e non sai cosa pensano gli uomini?" Eh, questo è lo svantaggio di avere molte amiche e pochi amici). Anche qui i pensieri sono principalmente due, che però in questo caso potrebbero portare ad un unico risultato. Anzi, spesso il risultato, per quanto mi riguarda, è stato scelto dalla ragazza, perché sinceramente a me PIACE! Io non mi fermerei mai, ma se lei mi richiama per fare altro... chi sono io per deluderla? Insomma, i pensieri sono due:
1) voglio farti venire
2) mi piace il tuo sapore e il tuo godimento
Tutto ciò porta al voler far piacere alla mia donna. Perché? Semplice, per i soli due pensieri che smuovono qualunque uomo sulla faccia della terra:
1) "guarda come sono bravo, sono il migliore"
2) "mi piace farti godere, mi piace sapere che godi per me e che godi TANTO"
Insomma, egoismo. Eh già, perché personalmente trovo decisamente soddisfacente far venire una ragazza, il dedicarmi completamente a lei, sapere che le faccio provare piacere MI FA PIACERE, non è piacere fisico, ma psicologicamente vale tanto quanto quello provato con un orgasmo.

E voi care/i amiche/i cosa ne pensate???
Attendo le vostre risposte.

3 commenti
Breve storia sul tantra
Pubblicato:4 Luglio 2008 9:07 am
Ultimo aggiornamento:25 Febbraio 2010 9:08 am
1503 visite

Molti chiamano il tantra “un modo femminile di fare l’amore”. In sanscrito “tantra” significa “metodo per ampliare la consapevolezza”.
Tutte e due le definizioni hanno il loro pregio, ma la seconda dà senso alla prima. Anche se praticando le tecniche tantriche diventiamo dei migliori amanti, questo non è l’obiettivo principale, ma, piuttosto, un piacevole effetto collaterale.

Il tantra nacque intorno al 2000 a.C. nella valle dell’Indù fra gli Harappei, un popolo di matrice matriarcale, che avevano una vera e propria cultura del piacere: il lussuoso letto della padrona di casa stava nel salotto ed era lì che la donna festeggiava l’atto amoroso con l’uomo che aveva scelto. Il rapporto con la sessualità era molto cosciente, rilassato, naturale e fare l’amore era un atto sacro. Nei secoli successivi, carichi di repressione sessuale, il tantra sopravvisse in alcuni ashram indiani segreti e in alcune linee del buddhismo tibetano. Arrivato in occidente circa 10 anni fa, trovò un terreno culturale fertile che era arato dalla rivoluzione sessuale e concimato dall’emancipazione della donna. Oggi riscontra sempre più interesse proprio perché unisce in un’unica pratica i tre desideri umani più profondi: quello di fare sesso, quello di amare e quello di essere veramente se stessi.
1 commento
Amore...una parola vuota!!
Pubblicato:18 Giugno 2008 5:21 am
Ultimo aggiornamento:6 Agosto 2012 12:08 am
1428 visite

Gli individui sono stati educati alla paura di se e dei loro sentimenti. Tutti parlano di amore, ma è una parola vuota: in realtà si ha paura dell'amore e dei sentimenti, perché sono elementi perturbatori e possono portare sofferenza. Per cui gli individui recitano l'amore, che in quanto messinscena non può destabilizzare ne portare sofferenza.
3 commenti
quello che ho imparato dalla vita
Pubblicato:17 Aprile 2008 9:29 am
Ultimo aggiornamento:25 Maggio 2012 6:01 am
1538 visite

Ecco alcune delle cose che ho imparato nella vita:
Che non importa quanto sia buona una persona, ogni tanto ti ferirà. E per questo, bisognerà che tu la perdoni.
Che ci vogliono anni per costruire la fiducia e solo pochi secondi per distruggerla.
Che non dobbiamo cambiare amici, se comprendiamo che gli amici cambiano.
Che le circostanze e l'ambiente hanno influenza su di noi, ma noi siamo responsabili di noi stessi.
Che, o sarai tu a controllare i tuoi atti, o essi controlleranno te.
Ho imparato che gli eroi sono persone che hanno fatto ciò che era necessario fare, affrontandone le conseguenze.
Che la pazienza richiede molta pratica.
Che ci sono persone che ci amano, ma che semplicemente non sanno come dimostrarlo.
Che a volte, la persona che tu pensi ti sferrerà il colpo mortale quando cadrai, è invece una di quelle poche che ti aiuteranno a rialzarti
Che solo perché qualcuno non ti ama come tu vorresti, non significa che non ti ami con tutto se stesso.
Che non si deve mai dire a un che i sogni sono sciocchezze: sarebbe una tragedia se lo credesse.
Che non sempre è sufficiente essere perdonato da qualcuno. Nella maggior parte dei casi sei tu a dover perdonare te stesso.
Che non importa in quanti pezzi il tuo cuore si è spezzato; il mondo non si ferma, aspettando che tu lo ripari.
Forse Dio vuole che incontriamo un po' di gente sbagliata prima di incontrare quella giusta, così quando finalmente la incontriamo, sapremo come essere riconoscenti per quel regalo.
Quando la porta della felicità si chiude, un'altra si apre, ma tante volte guardiamo così a lungo a quella chiusa, che non vediamo quella che è stata aperta per noi.
La miglior specie d'amico è quel tipo con cui puoi stare seduto in un portico e camminarci insieme, senza dire una parola, e quando vai via senti come se è stata la miglior conversazione mai avuta.
È vero che non conosciamo ciò che abbiamo prima di perderlo, ma è anche vero che non sappiamo ciò che ci è mancato prima che arrivi.
Ci vuole solo un minuto per offendere qualcuno, un'ora per piacergli, e un giorno per amarlo, ma ci vuole una vita per dimenticarlo.
Non cercare le apparenze; possono ingannare.
Non cercare la salute, anche quella può affievolirsi.
Cerca qualcuno che ti faccia sorridere perché ci vuole solo un sorriso per far sembrare brillante una giornataccia.
Trova quello che fa sorridere il tuo cuore.
Ci sono momenti nella vita in cui qualcuno ti manca così tanto che vorresti proprio tirarlo fuori dai tuoi sogni per abbracciarlo davvero!
Sogna ciò che ti va; vai dove vuoi; sii ciò che vuoi essere, perché hai solo una vita e una possibilità di fare le cose che vuoi fare.
Puoi avere abbastanza felicità da renderti dolce, difficoltà a sufficienza da renderti forte, dolore abbastanza da renderti umano, speranza sufficiente a renderti felice.
Mettiti sempre nei panni degli altri. Se ti senti stretto, probabilmente anche loro si sentono così.
Le più felici delle persone, non necessariamente hanno il meglio di ogni cosa; soltanto traggono il meglio da ogni cosa che capita sul loro cammino.
La felicità è ingannevole per quelli che piangono, quelli che fanno male, quelli che hanno provato, solo così possono apprezzare l'importanza delle persone che hanno toccato le loro vite.
L'amore comincia con un sorriso, cresce con un bacio e finisce con un the.
Il miglior futuro è basato sul passato dimenticato, non puoi andare bene nella vita prima di lasciare andare i tuoi fallimenti passati e tuoi dolori.
Quando sei nato, stavi piangendo e tutti intorno a te sorridevano. Vivi la tua vita in modo che quando morirai, tu sia l'unico che sorride e ognuno intorno a te piange.(Paulo Coelho)
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